La sesta e ultima tappa è quella dell’apoteosi: quella che arriva alla destinazione finale, che può essere il mare, il mar Tirreno, inteso anche come nuovo punto di partenza e collegamento; che può essere la necropoli, la necropoli di Cerveteri
Due formidabili zone da esplorare e ammirare: il bosco di Manziana, un intreccio di sentieri, una metropoli di alberi, un bioparco in libertà, e la Caldara di Manziana, un regno sopravvissuto al succedersi di ere geologiche.
Da Anguillara Sabazia a Manziana passando per Bracciano e quasi sfiorando Oriolo, il punto di partenza iniziale del Cammino. Qui i vulcani sembrano proprio aver messo il loro cuore in pace.
Forse è la tappa dove le contraddizioni sono più forti e anche evidenti, dove il passaggio da un’era all’altra, da un’epoca all’altra, da una civiltà all’altra sembrano concentrati in un incrocio, in una fontana, in un albero, in una pietra, in un gregge.
La tappa più lunga. Anche la più varia. Laghi, fiumi. Coni, crateri. Monti all’orizzonte, prati ai piedi. La Via Francigena e la via Amerina. Spazio e tempo, dilatati, a cominciare dal cielo, più ampio del previsto e del prevedibile.
Da Oriolo Romano a Trevignano Romano. Dalla Faggeta di Oriolo, depressa e vetusta, unica, al Lago di Bracciano, vulcanico e velico, balneabile. Dal Palazzo Altieri a Oriolo, luogo d’arte e cultura, alla Rocca di Trevignano, contesa dai Borgia e dagli Orsini.